Cenni Storici della nostra terra
Pubblichiamo un interessante documento storico in cui da regio decreto, "per volontà di Dio e della Nazione", anno 1901, con l'allora Capo dello stato Giolitti, sotto il regno d'Italia retto da Vittorio Emanuele III, veniva decretata la realizzazione della tramvia a vapore Bergamo-Trescore-Sarnico, che passava da Ponte Gorle, ovvero sopra il Ponte Marzio:
dettaglio decreto in cui e' citata Gorle
San Giovanni Nepomuceno - Ponte Marzio
protettore di ponti, acque e alluvioni
Il suo culto dovrebbe tornare in auge, visti i sempre maggiori rischi di
alluvioni ed esondazioni che minacciano il nostro territorio. Ma lui,
Giovanni di Nepomuk, che di ponti acque ed alluvioni varie da sempre è
il protettore, emerge dalle nebbie della storia in contorni un po’
sfocati al punto che nei primi decenni del secolo scorso ne fu messa in
dubbio addirittura l’esistenza e pertanto numerose sue statue sono state
abbattute o rimosse.
Cominciamo subito dalla tradizione più antica,
messa in dubbio specialmente in ambito protestante, in cui si parla
dell’eroismo di un certo “Magister Jan”, originario di Nepomuk in
Boemia, che pur di non tradire il segreto della confessione viene
gettato vivo nella Moldava, morendovi per affogamento.
Protagonisti di
questo macabro fatto di cronaca nera che si tinge di martirio, oltre al
già citato prete Giovanni, c’è naturalmente un re corrotto e vizioso,
non a caso ribattezzato il “re fannullone”, quasi a confermare che
l’ozio è davvero il padre dei vizi. E poiché, sempre per rimanere
nell’ambito della sapienza popolare, “chi ha il difetto ha il sospetto”,
ritiene che viziosi al pari di lui debbano essere tutti, a cominciare
dalla regina sua moglie, da lui quotidianamente tradita con le
cortigiane di turno e dalla quale ovviamente pretende una fedeltà
adamantina. E tale è davvero questa povera regina, che nella fede ha
cercato conforto alla sua disastrata situazione coniugale, trascorrendo
ore intere in preghiera e accostandosi spesso alla confessione dal prete
Giovanni, ottimo predicatore e famoso direttore di coscienze.
Nella
mente malata di re Venceslao si è introdotto intanto anche il tarlo
della gelosia, che prima gli fa immaginare una tresca della moglie con
il confessore e poi l’esistenza di un amante di cui il prete non può non
essere a conoscenza. Crede di averne conferma il giorno in cui questi
lo svergogna nel bel mezzo di un pranzo luculliano, davanti ad illustri
ospiti, perché lo ha sentito ordinare, forse per scherzo, certamente con
dubbio gusto, di far arrostire il cuoco che non ha fatto cuocere bene
l’arrosto. Il prete Giovanni, che sa fin troppo bene di cosa sia capace
la testa matta del re, gli urla in faccia i suoi doveri di sovrano e di
cristiano.
Re Venceslao se la lega al dito e giura a se stesso di
fargliela pagare; così un giorno, prima con le buone, poi con le
minacce, gli ordina di raccontare per filo e per segno cosa la regina
gli ha detto in confessione, nella speranza di sapere così finalmente
qualcosa sulle di lei presunte vicende amorose. Non ha però fatto i
conti con la ferma volontà e l’eroismo del prete Giovanni, che
fermamente convinto dell’inviolabilità della confessione gli oppone un
netto rifiuto. Il re si vendica così di questo e dell’altro “sgarbo”
facendolo gettare di notte nel fiume, il 20 marzo 1393; oggi ancora si
indica il posto esatto del ponte da dove sarebbe stato gettato e la
gente qui passando si toglie il cappello, perché quel prete è stato
subito venerato come martire e, per via della morte che ha fatto, lo
invocano contro tutti i danni e i pericoli che possono venire
dall’acqua.
All’epoca della Controriforma, poi, i Gesuiti ne
propagandano il culto in polemica con la teologia protestante che
rifiuta il carattere sacramentale della confessione, e così Giovanni da
Nepomuk (o Nepomuceno) diventa il “martire del confessionale”.
Sarà per
questo motivo, o forse piuttosto perché le cronache si sono intrecciate e
confuse, che compare un altro (o sempre il medesimo?) prete Giovanni,
sempre di Nepomuk, intelligente, culturalmente ben equipaggiato,
benvoluto dall’arcivescovo di Praga che lo vuole suo vicario. Sullo
sfondo sempre il medesimo re Venceslao, che secondo questa tradizione,
oltre che vizioso e corrotto, si dimostra anche usurpatore dei diritti
della Chiesa.
Per i suoi intrighi politici vorrebbe trasformare
un’abbazia in sede vescovile da assegnare a persona di suo gradimento,
ma anche in questo caso si scontra con l’intransigente volontà di
Giovanni, che non gli cede neanche sotto le torture e che per questo
viene gettato nel fiume il 16 maggio 1383. Certamente meno suggestiva
della prima, anche questa tradizione conferma in ogni caso la resistenza
del prete Giovanni allo strapotere del re e nulla, almeno in teoria,
vieterebbe che, di entrambe potrebbe essere stato protagonista l’unico
eroico prete. Perché da un prete che, per non tradire la confessione,
si lascia anche ammazzare ci si può aspettare di tutto.
Autore: Gianpiero Pettiti
Autore: Gianpiero Pettiti
Via Duse
Da lungo tempo gli abitanti di via Duse chiedono che venga sistemata la loro via, che per ora risulta essere una ex strada di campagna con dei rattoppi di asfalto vengono aggiunti alla meno peggio via via che passano gli anni , per riparare i vari danni del gelo e della pioggia.
Via Eleonora Duse
La via è stretta e non permette alcuna manovra per l'entrata e l'uscita dai pochi parcheggi, la maggior parte dei quali improvvisati sul ciglio della strada.
Essendo inoltre sbocco di una pista ciclo-pedonale, il rischio di incidenti tra auto, pedoni e ciclisti e' altissimo. La presenza dei "piccoli" ciclisti che devono fare lo slalom tra le buche, rende la circolazione su tale veramente rischiosa.
Ultimo aspetto per rendere il quadro completo è che tra il piano strado e il piano campagna circostante vi e' almeno 1 metro di dislivello, rendendo la situazione veramente pericolaso per la circolazione, in particolare davanti al condominio Mirella dove gli spazi sono ridotti al minimo.
Questa situazione e' l'esito delle operazioni immobiliari di completamento dell'area per cui si risale a tre amministrazioni fa, forse addirittura 4.
Il tutto complicato dal recente PGT che rendendo edificabile l'area agricola a Sud della via, rende ulteriormente difficile intervenire.
Il Comitato Gente di Gorle, grazie al lavoro di un proprio componente l'Arch. Norman Taboada, nel massimo spirito collaborativo con l'Amministrazione ha provveduto a realizzare un progetto di massima completo pero' di analisi computometrica per poter passare facilmente e velocemente alla fase di realizzazione.
Progetto Nuova Via Duse
Purtroppo fino ad ora non abbiamo avuto alcuna risposta in merito, i tempi si allungano e la situazione rimane sempre fuori dagli standard di sicurezza di qualsiasi normale via comunale.
-------------------------------------- 0 --------------------------------------
Piste ciclabili
La situazione delle piste ciclabili o percorsi per viabilità dolce nel nostro comune riteniamo sia alquanto "primordiale" in quanto a fronte di pochissimi tratti ampi e sicuri ve ne sono molti che assomigliano più a gimkane o slalom per evitare ogni tipo di ostacolo, con continui attraversamenti di strade
Inoltre i collegamenti con i comuni limitrofi sono totalmente assenti, l'immagine che segue rende bene l'idea:
Nell'immagine si vede nettamente l'isolamento del circuito cittadino gorlese dalle piste dei comuni limitrofi, in particolare risulta separato dal percorso ciclopedonale della Val Seriana che collegherebbe Clusone con La bassa bergamasca se non fosse interrotto proprio a Gorle!
La nota che stride ancor più è la discrepanza tra il reale e il previsto dal PGT. Guardate cosa avrebbero inserito nei piani di sviluppo, in fatto di viabilità dolce:
Quando avremo veramente tutte quei percorsi in cui far pedalare i nostri figli in totale sicurezza?
Nessun commento:
Posta un commento